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IN LIBRERIA

07 giugno 2007

Donna contro donna rivalità, invidia e cattiverie nel mondo femminile”


Oggi volevo parlare di un libro che ho trovato interessantissimo, utilissimo alla consapevolezza di alcuni istinti femminili...

Phyllis Chesler “Donna contro donna: rivalità, invidia e cattiverie nel mondo femminile” ed Mondadori.

é un libro che ho trovato davvero fatto bene, ( in questo senso come sanno fare senza esclusione di colpo certi autoei americani nella saggistica) per capire il complicato e eterno conflitto sociale e personale che le donne vivono nei confronti delle proprie simili nei più svariati rapporti (colleghe, parenti, vicine, madre-figlie).

L'autrice mostra in maniera chiara e diretta attraverso esempi di cronaca, studi psicologici e statistiche sulle popolazioni di tutto il mondo, di come la cultura sessista e maschilista sia prima di tutto sia sostenuta indirettamente dalle stesse donne, che spesso sperano nella sconfitta sociale delle proprie simili (pur naturalmente non dichiarandolo) in maniera tanto più accanita tanto più si ritrovano a vivere in un sistema rigidamente patriarcale continuando a favorire la propria subordinazione.

Gli esempi sono i più svariati, nella storia e nel mondo, nella rappresentazione della donna nella letteratura nelle credenze culturali, nella cronaca, nelle famiglie delle varie popolazioni. Credo sia davvero un libro che fa riflettere su quell'invida a volte istintiva che fin da piccole ci cresce...

Riporto alcune parti prese dal libro...

"Nella Germania nazista "furono poche donne che presero le distanze con l'antisemitismo dell'epoca": nella maggioranza parte dei casi prevalse "l'identificazione con l'aggressore" e l'aspettativa che ciascuna obbedisse agli ordini patriarcali fascisti". Gli uomini non sono gli unici responsabili del patriarcato; le donne sono spesso compiacenti, se non addirittura fervide, collaboratrici".

secondo Ilsa Glazer

"
Quanto più le donne sono subordinate agli uomini e quanto più sono condizionate da strutture sociali di tipo patriarcale, maggiori sono i danni che esse si infliggono reciprocamente"

Per una psicologa invece

"l'ostilità femminile verso le donne può essere interpretata come un'interiorizzazione dell'oppressione, ovvero come falsa coscienza", cioè ilsostenere credenze contrarie all'interesse personale o del gruppo di appartenenza" le donne "ostili" alle altre continuano a collaborare al mantenimento di una cultura misogina"

Numerosi sono poi gli esempi tratta dalla letteratura come ad esempio

"La lettera scarlatta di Hawthorne" dove il tema del romanzo è l'immoralità sessuale e l'ipocrisia dei puritani americani del 18 °sec. L'eroina del romanzo è sottoposta a processo per aver avuto un figlio fuori dal vincolo coniugale. I magistrati la condannano a portare una lettera scarlatta sul petto, tuttavia le altre donne ritengono si ad una condanna troppo lieve. Le donne descritte da Hawthorne pensano che i magistrati "siano troppo inclini alla miseriordia" una avrebbe voluto imprimerle un marchio di ferro rovente sulla fronte, un altra vorrebbe vederla morta. e queste donne continueranno a tenerla a distanza e tormentarla. La loro crudeltà è gratuita; non diminuisce col passare del tempo, né è mai appagata.

"La maggior parte delle donne è stata apertamente e ingiustificatamente criticata, ed è forse per questo che teme di vedersi infliggere una punizione collettiva, qualora l'attenzione di focalizzi su misfatti femminili. Forse è per la medesima ragione che le donne sono le prime a condannare chiunque di loro commetta la minima infrazione"

poi in materia penale

(---)Nel 2001 il responsabile esecutivo di un ampio programma di intervento suòlle violenze sessuli disse

"nel corso dei 10 anni in cui mi sono occup0ato di questo settore, molti pubblici ministeri mi hanno detto che preferiscono non avere donne nella giuria perché non si identificano con la vittima sopravvissuta alle violenze: è un meccanismo psicologico grazie al quale si autorassicutrano che a loro nonpotrà mai succeder niente di così terribile. Le donne credono infatti che la vittima dello stupro abbia fatto qualcosa di sbagliato, tale da "permettere" le violenze, oppure che quanto accaduto non sia stato uno stupro vero e proprio.

Moltissimi poi i fatti riportati di cronaca di vita vissuta, di come spesso la famiglia è il covo delle atrocità più spietate sulle donne...tanto quntoalcune socirtà...

Certo scriverò ancora su questo libro, anche se magari in altri contesti, (quando mi prendo una cosa a cuore poi la faccio lunga) perché lo consiglio in maniera totale.. un libro che è indicativo e si apre con due frasi indicative


"Ma cosa vogliono le donne?"

Sigmund Freud

"La donna è il proletariato degli uomini"

Lenin

Ricordo che non ritengo di essere femminista...

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