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News e appuntamenti


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IN LIBRERIA

11 aprile 2007


Visto la nuova intervista a Fabrizio Buratto e visto gli ultimi riferimenti a Piero Ciampi, mi sembra bello lasciare questo testo scritto da Piero agli inizi degli anni settanta e come si può vedere attualissimo...

e
A forza di cercar lavoro...

IL LAVORO

Il lavoro? Ancora non lo so.
Mi hanno preso? Non mi hanno detto niente.
E allora? Ti ho detto, non so niente.
E allora? Allora non lo so,
non lo so, non lo so, non lo so,
non lo so, non lo so.
Ti ho portato qualche cosa che ti piacerà,
ecco il giornale e un pacchetto di sigarette
e dietro a me c'è una sorpresa,
un ospite, un nuovo inquilino:
c'è la mia ombra che chiede asilo
perchè purtroppo anche stavolta
devo dirti che è andata male.

Ma non è successo niente, non è successo niente,
fai finta di niente, non è successo niente,
accendi una sigaretta, chiudi la finestra
e spogliati...
Io ti porto a nuotare,
ti faccio vedere la schiuma bianca del mare,
niente suoni, io e te soli
io e te soli, io e te soli.

Ricordi quel mattino? Quando sono venuto a prenderti
per andare a sposarci e quando siamo entrati in
quell'ufficio... tu mi hai detto "ma dove mi hai portato?",
Ho detto "eh... ti ho portato qui per sposarti" e tu
ridevi, poi a poco a poco sei diventata seria e poi
piangevi e io ridevo... ti ricordi quel mattino?
È come questo, ti amo come allora.

Facciamo l'amore, facciamo l'amore,
facciamo l'amore, facciamo l'amore,
facciamo l'amore...
non parlare, non chiedere spiegazioni,
non mi creare complicazioni,
non è cambiato niente, provvederò,
ma domani è domenica e ti porto a nuotare
fino a mezzanotte.

Il lavoro? Ancora non so niente.
Mi hanno preso? Non mi hanno detto niente.
E allora? E allora non lo so.
E allora? Ti ripeto, non so niente,
non so niente, non lo so, non lo so,
non
lo
so.


Tutti gli altri testi di Piero Ciampi si possono trovare a questo indirizzo: http://pierociampi.altervista.org/

12 commenti:

Anonimo ha detto...

eh vabbè il blog e altro con refusi, errori di grammatica e sintassi, ma anche le interviste....!!!
allora te le cerchi!

Gisy ha detto...

Pupa va a scrivere sussidiari. Che è meglio.

Anonimo ha detto...

Incoraggiante, il libro... considerando che sto cercando di cominciare uno stage!
Vabbè, vuol dire che farò pratica per evitare di intrecciarmi i diti!
Scherzi a parte, terrò gli occhi aperti.
Parlando di lavoro, gli stralci del tuo libro mi sono sembrati intensi. Sesso? Sì. Inoltre bacini, ma anche bacilli! E poi mi hai fatto venire in mente un motto: "Pessimista: ottimista con esperienza".
Buon viaggio, per qualsiasi destinazione tu decida.

Gisy ha detto...

;)

violazione ha detto...

che belli che erano i sussidiari, e che profumi di carta che non c'è più...
e l'odore degli astucci...

me ne sarei sniffati in non-modiche dosi!

Gisy ha detto...

Eh che bei tempi.
Però non so se è una mia impresione ma in genere i libri di un tempo avevano quell'aroma particolare delle carte ruvide che adesso anche le carte ruvide non le hanno più...
Esempio lampante i Topolini. ma pure i libri - libri...

Anonimo ha detto...

Che bello sentire persone che parlano dell'odore dei libri! Anche questa è una forma di feticismo, direi sublime. Il libro di Buratto è su carta riciclata, con un retrogusto di soffitta molto interessante. Lo so perchè l'ho letto e perchè sono una sua amica...

Gisy ha detto...

He he, è un libro che si legge bene, è un libro che son felice d'aver letto - ed è qualcosa di più che una semplice analisi su come butta il lavoro ...
Oh sì il feticismo dei libri, è proprio vero per fortuna internet mai potrà sostituire quel avere tra le mani le pagine e poterle segnare...dagli occhi e dal tempo. Insostituibile...
Cmq quel libro lo consiglio davvero!

violazione ha detto...

per me, l'unica definizione di ricchezza davvero valida, è la quantità di libri che riempiono la libreria...

quello del libro è si un vero feticismo, o non so come altro chiamarla questa peversione del possesso delle parole...

ed ancor più ne vorrei
ed ogni volta che entro in una libreria, non so quanti ne comprerei... anche se mai avrò il tempo di leggerli tutti!

e forse, sarei ladro solo in una biblioteca, ma non lo farò, perchè altri devono goderne, così come non comprerei mai un Van Gogh per metterlo in casa... e gli altri? perchè non dovrebbero goderne...?

il piacere di possedere tutte quelle parole, forse, è un po' come il piacere di "fottere" un cervello, più che un pezzo di carne...
il piacere di fottere che sta al piacere d'essere fottuto di piacere da quel cervello, come da quelle parole...

feticismo, perversione, libidine e lussuria, nulla è più erotico dell'uso della parola...

senza un cervello, non saprei che farmene del vestito di carne che lo ricopre...
senza parole, o senza l'intuizione di chi si ha di fronte nella sua essenza, l'eccitazione potrebbe essere "normalizzata" dal solo rito masturbatorio...

ed anche se non posso godere più di certi profumi o della "pelle" di certa carta, dal piacere di aver tra le mani tutte quelle parole, difficile che io guarisca da questa perversione...

e non c'è lettura elettronica, o cd che possa sostituire il piacere di una libreria colma e deformata dal peso di libri e libri...

Gisy ha detto...

Vedo che ci capiamo...pensa esattamente la stessa cosa; e poi il fatto che un oggetto occupi uno spazio nel reale, comincia davvero a fare parte del mondo come esistenza concreta - sarà anceh prevenuta forse ma non posso credere che grandissimi libri si possano trovare solo su internet senza passare prima su una pagina stampata.
E le vecchie pagine quando ancora c'erano quei caratteri quasi da macchina da scrivere che nostalgia.
Se lo rifacessero so che li leggerei più volentieri. E' proprio eroica e erotica la carta. E' la pelle del libro sì...

;)

Anonimo ha detto...

Sono gli sbiancanti ad appiattire le sensazioni tattilo-olfattive dei libri attuali...

profonda testimonianza della civilità consumistica: la carta attuale, trattata chimicamente, non durerà cento anni (fateci caso quando prendete in mano un libro anni '70 preso da una bancarella, in molti casi le pagine sono ingiallite, e fragili).

Però il pubblico vuole il bianco che più bianco non si può, e così dei documenti dalla seconda metà del '900 in poi, tra un paio di secoli rimarrà ben poco; in molti casi, meglio così.

Gisy ha detto...

Sì decisamente, cmq rileggendo anche libri di autori importanti quli Pavese si può vedere come sul mestiere di vivere nomini autori in auge allora che ora non sono nessuno nessuno nessuno. Per cui non è detto che rimaga chi c'è...in ogni caso...